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Il Giorno dell'Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate

08 11 2012  - 

UFFICIO DEL SINDACO
 
Cari concittadini,
 
Oggi 4 novembre celebriamo l’anniversario della vittoria nella I Guerra Mondiale, conflitto sanguinosissimo che si chiuse il 4 novembre 1918. Questa è fra le date simboliche più significative del processo unitario italiano. Infatti il giorno prima le truppe italiane erano finalmente entrate a Trento e a Trieste, città italiane che erano state fino a quel giorno dominate dall'Austria-Ungheria. Mi fa sempre una certa impressione pensare al Risorgimento e in modo particolare a figure di patrioti irredentisti come Cesare Battisti, che fu giustiziato a Trento nel 1916 dopo essere stato catturato dagli austriaci. Potete facilmente trovare tante informazioni sulla sua vicenda umana, ma vorrei leggervi solo un passaggio del verbale da lui dettato durante il processo:
 
“Ammetto inoltre di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l'Italia, in tutti i modi - a voce, in iscritto, con stampati- la più intensa propaganda per la causa d'Italia e per l'annessione a quest'ultima dei territori italiani dell'Austria; ammetto d'essermi arruolato come volontario nell'esercito italiano, di esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l'Austria e d'essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che consisteva nell'indipendenza delle province italiane dell'Austria e nella loro unione al Regno d'Italia.»
 
Ci riesce quasi impossibile oggi immaginare come una persona possa essere animata da sentimenti così determinati, fieri, coraggiosi: l'Italia era una, bisognava ricongiungersi ai nostri fratelli, a qualsiasi costo, e scacciare il nemico invasore – ed il nostro inno nazionale non è altro che una bellissima espressione di quei sentimenti. Un modello di sacrificio e abnegazione e lotta, quello di Battisti e di tanti altri, che non conosciamo più e che ci sembra fuori dal mondo; fatto sta che Cesare Battisti affrontò il processo, la condanna e l'esecuzione con animo sereno e con grande fierezza, nonostante la misera esposizione durante il tragitto in città, il fatto che fosse stato condotto alla forca vestito quasi di stracci e che non gli si permise di scrivere alla famiglia. Secondo la versione accreditata dalla storiografia italiana morì gridando in faccia: Viva Trento italiana! Viva l'Italia!, un'altra versione afferma che Cesare Battisti affrontò il processo con paura e piangeva soprattutto quando fu portato a Trento dove la popolazione lo insultava per il tradimento.
Vi riporto questi brevi esempi perché oggi non sembriamo più in grado di esprimere dei valori così alti: coraggio, sacrificio, spirito dell'esempio, coerenza senza scendere mai a compromessi. E' quasi offensivo accostare simili esempi di virtù e valore alle ruberie e alle bassezze a cui assistiamo quotidianamente. Lo faccio proprio in maniera provocatoria, perché nonostante tutto non perdiamo mai di vista, giovani e meno giovani, il significato di atti di coraggio e di sacrificio a cui forse spesso guardiamo con perplessità e distanza.
Sento doveroso riaffermarlo fosse anche una sola volta all'anno.
Oggi si celebra anche la Festa delle Forze Armate, istituita in memoria dei soldati che persero la vita combattendo nel primo conflitto mondiale: tra 650.000 e 700.000 giovani uomini furono uccisi durante quel conflitto e ricordiamo oggi ciascuno di loro, come facciamo nello specifico anche per i caduti santagiustesi che stiamo ritrovando in questi anni con grande emozione e grande senso della Patria.
Tutti, anche al di fuori della nostra isola, riconoscono ai soldati sardi grande valore e significative capacità militari – la Brigata Sassari, sopra a tutti, è l'esempio di cui andiamo maggiormente orgogliosi. Durante la Grande Guerra, la Brigata Sassari si distinse eroicamente sull'Altopiano di Asiago, sul Piave, sull'Isonzo, subendo 2164 vittime e 12.858 feriti e dispersi. Per questo sforzo venne insignita di 6 Ordini Militari Savoia, 9 medaglie d'oro, 405 medaglie d'argento, 551 medaglie di bronzo, oltre a due Medaglie d'Oro al Valor Militare per ognuno dei due reggimenti di cui era costituita. Ma forse non tutti sanno che la Sardegna è stata tra le regioni che hanno pagato col più alto numero di caduti in rapporto alle truppe mobilitate: quanto eroismo e quanto coraggio tra i nostri nonni per la Sardegna e per l'Italia. In proporzione al numero di soldati schierati, la Sardegna è la regione italiana maggiormente insignita della più alta onorificenza, la Medaglia d'Oro al Valor Militare. Oggi siamo stanchi, pigri, sfiduciati, arrabbiati: eppure il coraggio ed il valore sono parte del nostro dna.
Anche oggi le nostre Forze Armate sono dislocate in teatri impegnativi, molto lontano da casa, e ancora oggi vengono riconosciute alle nostre truppe doti di competenza, affidabilità, CORAGGIO, e competenze professionali d'eccellenza. Il fatto che nel mondo, in Afghanistan, nei Balcani, in Medio Oriente, in Estremo Oriente, ogni giorno qualcuno dei nostri ragazzi contribuisce a vigilare sulla sicurezza di una comunità, aiuta nella ricostruzione di infrastrutture in soccorso a popolazioni lontane ci deve rendere orgogliosi. Se non avessimo questo impegno all'estero non saremmo più, ma meno. Saremmo un paese più piccolo. Le nostre truppe all'estero sviluppano professionalità, esperienze e conoscenze che riporteranno a casa, e che arricchiranno le loro famiglie e la nostra società. E quando a volte non ritornano, come succede ancora, le loro famiglie ci testimoniano puntualmente l'orgoglio del servizio che i loro figli hanno offerto all'Italia e ad una causa in cui hanno creduto.
Non posso e non voglio però nascondere che oggi, come sindaco, vivo molto di più l'Italia che affronta enormi difficoltà lavorative, la disoccupazione, la frustrazione e la rabbia, il senso di smarrimento, di fallimento. Sto parlando a chi di voi non ha un lavoro, non l'ha mai avuto o l'ha perso, a chi di voi ha un lavoro ma non basta, a chi di voi ha dei bambini e si priva di tutto per loro, a chi di voi aspetta di potersi costruire una casa e crearsi una famiglia, ma le tasse sono altissime, i servizi sono scarsi, le opportunità sono poche e gli esempi che ci arrivano dalla politica sono scoraggianti. Oppure magari, trovato uno straccio di lavoro e riacciuffata una speranza e un sorriso, morire miseramente per l'inadempienza di qualcuno, la mancanza di sicurezza in un cantiere, la negligenza di chi doveva controllare e non l'ha fatto. Troppo spesso nelle nostre zone giovani uomini e anche donne muoiono sul lavoro.
Io vi dico non cedete, non cediamo. Non dobbiamo pensare: non sono problemi miei, sono problemi degli altri, dei politici o degli amministratori o magari pensare anche tanto peggio tanto meglio: ognuno deve fare la sua parte.
Manteniamo viva la coesione sociale che è la nostra forza, se il Parlamento o le altre istituzioni ci abbandonano – e spesso sembra proprio così – facciamo tutto quello che possiamo per raggiungere i nostri obiettivi. Quando vi dicono che non c'è più speranza, non gli credete. E' difficile avere fiducia nell'Italia, nel governo, in tutto quello che c'è sopra di noi, in frangenti come questo, ma non abbiamo alternative valide se non impegnarci in prima persona per cambiare in meglio e valorizzare quanto di positivo riusciamo ad esprimere ogni giorno.
 
Grazie a tutti.
 
Il sindaco Angelo Pinna