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Discorso pronunciato dal Sindaco per la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate

10 11 2014  - 

Cari Concittadini, spettabili Autorità,

a Santa Giusta celebriamo oggi la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.
 
Questa ricorrenza intende celebrare l'anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale per l'Italia - il 4 novembre 1918, praticamente cento anni fa. E' passato tanto tempo, ne è passato poco.
Se pensiamo che i nostri nonni o i nostri genitori erano già nati in quell'anno - non ci sembra tanto lontano, anzi quasi ci riguarda da vicino, ci tocca. Per tutti quelli che hanno avuto un fratello, uno zio, un cugino, un conoscente partito per la Grande Guerra, sembrerà vicino eccome, quel 4 novembre 1918. Gli studi e le ricerche di Tino Melis hanno addirittura riaperto cassetti di ricordi, hanno ridato respiro a memorie, esperienze, sensazioni a famiglie intere. Tino conduce questo lavoro di ricostruzione della memoria per la sua comunità di Santa Giusta ma come sappiamo anche per tanti altri paesi della Sardegna e in questa occasione lo ringraziamo particolarmente. Insomma, per queste famiglie la Giornata del 4 novembre non appare né così distante né così retorica.
 
Eppure per i giovanissimi, per i ragazzi e per tanti altri questa Giornata corre il rischio di apparire davvero gonfia di retorica, vuota di significato, inutile, distante, vecchia. A pensarci bene il mondo non è semplicemente cambiato da quel 1918, il mondo che conosciamo oggi è un altro mondo, non ha quasi niente a che vedere con quello che conoscevano i santagiustesi caduti nella Prima Guerra Mondiale. L'economia, gli equilibri internazionali, la tecnologia, la cultura, il cibo, il modo di pensare, il modo di comportarsi - tutto è cambiato e continua a cambiare a grandissima velocità. E poi oggi c'è la crisi - la parola più frequente degli ultimi anni - e che non è soltanto crisi di portafoglio, crisi di lavoro. E' crisi di fiducia, crisi di prospettive, crisi di coraggio, crisi di civiltà, crisi di educazione, crisi di onestà. Crolla tutto e noi siamo qui, e parliamo della crisi. Ci impegniamo a mandare avanti la carretta tra mille difficoltà, e lo Stato ci regala qualche tassa in più. Perdiamo il lavoro, e lo Stato magari ci aumenta l'IVA. Abbiamo bisogno di servizi pubblici in più, e lo Stato ci congela tutto con il Patto di Stabilità. In tutto questo, come glielo spieghiamo ai ragazzi il valore della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate? Noi stessi come lo riscopriamo?
Possiamo partire dal nome che porta, questa Giornata: Giornata dell'Unità Nazionale. L'Unità Nazionale.
L'Unità Nazionale divenne una realtà fisica con l'annessione di Trento e Trieste. Anche in anni recenti l'Unità Nazionale è stata oggetto di contestazioni da più parti, dal Nord e dal Sud - e con l'arrivo della crisi certe proteste si sono irrobustite. Ma l'Unità Nazionale è anche unità di spirito, unità di azione, unità nella comunità.
Quando le circostanze diventano più dure, quando perdiamo il lavoro, la fiducia, ci sentiamo sviliti, calpestati, siamo preoccupati... ci rivolgiamo gli uni agli altri e ci troviamo più deboli, più vulnerabili. E allora perché anziché impegnarci e aiutarci troppo spesso invece ci dividiamo, ci critichiamo, ci abbattiamo? Quand'è che abbiamo cominciato a fregarcene del bene comune? Quand'è che abbiamo smesso di essere rispettosi nei confronti degli altri? Parlo di tante realtà, di chi lavora in un ufficio e non si impegna a dare risposte e fornire servizi, di chi butta i rifiuti in campagna, di notte e di nascosto, di chi trascorre le serate danneggiando panchine o luoghi di ritrovo, di chi parcheggia in modo da impedire il passaggio di un pedone, di chi fa il furbo, di chi sfreccia a gran velocità nel centro abitato, di chi critica sempre e non contribuisce mai, di chi preferisce il "sentito dire" anziché informarsi correttamente, e di chi addirittura sfrutta quel "sentito dire" per i propri obiettivi.
 
Questi sono gli aspetti che ci rendono piccoli, che ci disgregano, che ci indeboliscono, che fanno sì che non raggiungiamo gli obiettivi che altrimenti avremmo tutte le capacità di raggiungere. Potremmo vivere meglio se recuperassimo quel senso di civiltà, di rispetto reciproco, di impegno, di disponibilità e di costruttività che questa Giornata, da quasi cento anni, ci indica come fondamento della nostra Patria. Questo è quello da cui possiamo ripartire per ricostruire il nostro tessuto sociale, tutti, chi ha il lavoro e chi non ce l'ha, chi l'ha perso e anche qualcuno che l'ha trovato.
I soldati in trincea erano gli uni per gli altri. Sono morti gli uni per gli altri. E le Forze Armate, nonostante siano interessate da problemi e zone d'ombra come tante altre istituzioni, rappresentano uno degli ambiti in cui la comunanza di valori, l'unità di intenti, il rispetto, il coraggio e l'impegno ci rappresentano al meglio.
Ragazzi figli nostri che nelle Forze Armate trovano una famiglia, una scuola, una crescita personale e lavorativa che li porta a rappresentarci ovunque nel mondo con onore e professionalità. Le Forze Armate di ieri e quelle di oggi ci ricordano quindi che se come individui prima, cittadini poi e infine comunità recuperiamo i nostri VALORI potrà esserci magari poco lavoro e una crisi economica ma non troveranno spazio neanche la sfiducia, la paura, l'inciviltà, il menefreghismo, il distruzionismo.
 
Vorrei rivolgere un pensiero anche quest'anno - come ho fatto l'anno scorso nella stessa occasione - ai due marò.
 
La gestione della faccenda dei marò è un esempio di come possiamo essere piccoli, di come possiamo fallire nei nostri obiettivi se ci dividiamo, se ci smontiamo, se non ci crediamo, se ce ne freghiamo.
 
E' una situazione ancora irrisolta nella sostanza, umiliazione profonda per il nostro Paese, dramma umano per due famiglie, e il fatto che i mezzi di comunicazione ne parlino sempre meno non intacca minimamente la solidarietà che noi gli esprimiamo, nel segno dell'unità di una comunità nelle difficoltà e nei problemi. Ai due marò va il nostro rispetto e il nostro pensiero.
 
Grazie a tutti voi per aver partecipato
 
Il Sindaco
Angelo Pinna