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Monte Arci

Il monte Arci si estende su una superficie di 13.560 ettari che comprende il massiccio vulcanico del monte e i territori di Ales, Marrubiu, Massullas, Morgongiori, Palmas Arborea, Pau, Santa Giusta, Siris, Usellus, Villurbana e Villaverde, tutti in provincia di Oristano.

È situato nella Sardegna centro - occidentale a Est del golfo di Oristano e rappresenta una delle maggiori formazioni vulcaniche pliopleistoceniche isolane.

Sotto il profilo geologico il monte ha una struttura di base trachitica, mentre le colate basaltiche che si sono sovrapposte hanno dato origine alla formazione dei caratteristici torrioni di Trebina Longa (812 m) e Trebina Lada (795 m).

Questi massicci testimoniano centri di emissione puntiforme della lava, le trebine infatti sono state generate da materiali vulcanici che rimasero intrappolati a causa dell’intasamento della bocca soprastante, all’interno del condotto che dal serbatoio magmatico li emetteva in superficie. Le due strutture geologicamente definite neck (dall’inglese collo, data la loro somiglianza a tale parte del corpo) non sono altro che rocce raffreddatesi lentamente che hanno assunto una struttura compatta.

La superficie delle rocce mostra una fratturazione dovuta al raffreddamento delle lave basaltiche. In questa zona, che coincide con le massime altitudini del Monte Arci, avviene la congiunzione dei territori di Santa Giusta, Palmas Arborea, Marrubiu, Ales, Morgongiori e Pau.

Caratterizzano l’area i ricchi giacimenti di ossidiana, un prezioso minerale vulcanico che per millenni fu una fonte di scambio commerciale importantissima nel bacino del Mediterraneo.

La presenza di questa pietra ha reso il Monte Arci il più antico distretto minerario dell'isola, tanto che fin dalle fasi più arcaiche del Neolitico la Sardegna fu frequentata da varie popolazioni, basti pensare ad Othoca attuale Santa Giusta. Infatti non essendo ancora stati scoperti i metalli, l’ossidiana rappresentava un mezzo indispensabile per costruire vari manufatti. Questa roccia vitrea, generalmente nera, a frattura rilucente e concoide, chiamata in antichità oro nero è molto rara nel bacino del Mediterraneo. Avendo molte qualità, quali la lucentezza e la durezza, veniva utilizzata per fabbricare vari utensili come coltelli, frecce, raschiato; molti di questi oggetti sono stati ritrovati nei siti archeologici sardi ma anche in Toscana, Liguria, Corsica e in Provenza a dimostrazione di come questo oro del Monte Arci avesse in passato un’ area di diffusione molto vasta.

 

Ultimo aggiornamento: 05/09/2016 10:11